“Per aver raccontato, con delicatezza, onestà e vicinanza, la storia di due persone, una sorella e un fratello, in un momento di definizione delle loro vite partecipando dei loro sogni e delle loro frustrazioni. Per averci fatto vivere il loro rapporto con il mondo esterno e la città lontana, pur restando chiusi all’interno dell’intimità del loro spazio domestico che diventa rifugio. Una Storia contemporanea, che ci riguarda tutti, fatta di origini che si intrecciano con un futuro da dover ancora scrivere“.
Alla già lunga lista di corsisti Tracce che hanno iniziato una carriera nel mondo del cinema, si aggiunge un altro nome: Federico Francioni, ex corsista di Regia e Sceneggiatura.
È con immenso dolore che apprendiamo dell’improvvisa scomparsa di Dario Gorini, autore, regista, produttore, docente di scrittura e interpretazione anche qui a Tracce.
In questi anni Dario ha seguito aspiranti autori e attori sempre con il massimo calore e con la sua grande umanità e professionalità. Ci mancherà enormemente.
Rivolgiamo alla famiglia le nostre più sentite condoglianze.
Laura Soro
Luca De Benedittis
Tutto lo staff di Tracce.
Scriviamo un film con i migliori professionisti del cinema
Partono a maggio 2019 i principali corsi della scuola di cinema Tracce: “Dall’idea al Soggetto”, giunto alla sua XXVIII edizione e “Dal soggetto alla sceneggiatura“, giunto alla sua XX edizione.
Quest’anno c’è una grande novità: si unisce ai docenti il regista Daniele Luchetti (“Il Portaborse”, “La scuola”, “Mio Fratello è figlio unico”, “Io sono tempesta” e, appena uscito, “Momenti di Trascurabile felicità”.
Entrambi i corsi vedono la partecipazione di celebri sceneggiatori del cinema italiano da Graziano Diana, “Un eroe Borghese” e “Ultrà”, a Heidrun Schleef sceneggiatrice de “La stanza del Figlio”. Da Andrea Molaioli regista de “La Ragazza del lago” e “Suburra la serie”, a Denis Rabaglia regista del recente “Un nemico che ti vuole bene”. Dallo story editor Gino Ventriglia, responsabile dei progetti di fiction di Mediaset e altri canali televisivi al montatore Claudio Di Mauro, uno dei massimi montatori del cinema italiano, fino a Mario Sesti, uno dei più noti critici cinematografici e curatore di rassegne e anch’egli regista di documentari.
Corso di sceneggiatura di primo livello
Il corso base, “dall’Idea al Soggetto” fornisce le basi tecniche per la realizzazione di un soggetto cinematografico professionale, idoneo ad essere presentato ad un produttore. E anche quest’ultima fase, l’analisi del soggetto da parte del produttore viene affrontata con una simulazione didattica del tutto simile alla realtà, con un vero produttore, il premio Oscar 2014 per La Grande Bellezza, Nicola Giuliano, della Indigo Film.
Il corso base si rivolge a chiunque, senza limiti di età o di titoli di studio, abbia forte passione per il cinema e intenda entrare in possesso di una formazione professionale solida e certificata per poter poi realizzare propri progetti cinematografici.
L’unico requisito richiesto è la motivazione e la voglia di mettersi in gioco in un percorso in cui il corsista sarà seguito e affiancato passo per passo da veri esperti e professionisti del cinema italiano.
Il corso di II livello “Dal Soggetto alla Sceneggiatura” è riservato a coloro che sono già in possesso delle nozioni di base della scrittura di un film e intendono produrre un soggetto e svilupparlo arrivando fini alla realizzazione di una sceneggiatura completa di lunghezza standard.
I corsisti, riuniti spontaneamente in gruppi di due/tre persone, procedono preliminarmente alla stesura di un soggetto che viene poi analizzato dal premio Oscar Nicola Giuliano della Indigo Film. Una volta ottenuto il “via libera” alla realizzazione della sceneggiatura, proprio come avviene nella realtà, i corsisti procedono, sempre seguiti passo per passo dai docenti alla realizzazione di trattamenti di 40 pagine e infine, in sceneggiature di 90-100 pagine.
Le sceneggiature realizzate saranno valutate sia da Nicola Giuliano che da Gianni Chiffi e Consuelo De Andreis, dell’agenzia Volver, i quali sceglieranno i progetti migliori da sottoporre all’attenzione delle principali case di produzione cinematografica nazionali.
Il corso è riservato ad allievi di qualsiasi età e di titolo di studio, già in possesso di conoscenze cinematografiche di base (analoghe a quelle insegnate nel corso di primo livello) da esibire in sede di colloquio con gli organizzatori (soggetti già scritti, cortometraggi scritti/diretti/prodotti ecc).
Se il cinema è il tuo sogno e vuoi realizzarlo al massimo delle possibilità, i corsi di cinema di Tracce sono la tua occasione.
Dall’anno della sua fondazione, il 2003, Tracce ha formato registi, sceneggiatori, documentaristi, story editor che oggi lavorano a tempo pieno nell’industria cinematografica. Come nel caso di Guido Lombardi, che ha già scritto e diretto due film e sta per uscire un terzo, il Ladro di Giorniscritto proprio a Tracce e acquistato da Nicola Giuliano in sede di lettura della sceneggiatura.
Damiano e Fabio D’Innocenzo sono degli autodidatti del cinema.
A tre anni vivevano a Campo Jemini, che è una frazione di Pomezia: “oggi ha perso tutto quello che aveva: i campi di grano immensi, i piccoli fiumiciattoli; era veramente meravigliosa”. Poi la famiglia si è trasferita ad Anzio, poi a Lavinio infine a Nettuno. “Stavamo con tutti, con cugini e zii, e la periferia era sempre lì, nelle nostre vite, ma molto meno di quanto è stato detto. Addirittura sono arrivati a chiederci se abbiamo mai visto uccidere qualcuno, e noi costretti a dire: no, mai”.
Come scuola superiore hanno fatto l’Alberghiero. Ma non erano interessati né al turismo né alla ristorazione. “Non ci è servito assolutamente a niente; forse, solo ad annoiarci. Andavamo a scuola con il pigiama sotto i jeans. E quando tornavamo a casa, ci toglievamo i jeans, ci buttavamo sul letto e cominciavamo a disegnare e a scrivere con la televisione in sottofondo: mettevamo Italia 1, e guardavamo I Simpson“.
Finito “tristemente” l’Alberghiero, decidono di venire a Roma. “E più precisamente: ai margini di Roma, perché lì le case costano di meno”. Tor Bella Monaca. Anzi, “il Principato di Tor Bella Monaca, e quel principato era la nostra famiglia”.
“Scrivere è sempre stata un’estensione di quello che siamo. La prima volta che abbiamo pensato di scrivere non avevamo nessun motivo particolare. Non c’era l’idea che quelle sceneggiature, poi, sarebbero diventate qualcos’altro. Noi volevamo solo scrivere il nostro film, quello che ci avrebbe fatto piacere vedere. Eravamo ancora estremamente ignoranti su come funziona l’industria del cinema”.
Intanto guardano tanto, tantissimo cinema. Con tutti i mezzi: “Ci saremo visti almeno tremila film senza pagare nella forma classica. Posso vedermi gratuitamente tutti i film di Haneke: basta un pc e un buon antivirus. Poi esce il suo libro di interviste e vado a spendere 30 euro per comprarlo. Il soldo fine a se stesso gira, capisci? Se qualcosa ti rende l’occhio grato e il pensiero riconoscente, quella fottuta mano afferrerà quel fottuto portafogli, quando ne avrà la possibilità“.
A 19 anni hanno già nel cassetto le sceneggiature di La Terra dell’abbastanza e di Favolacce, ma farli leggere ad un produttore è durissima. A vent’anni cominciano a lavorare nel mondo del cinema italiano. “Mimmo Calopresti, Alex Infascelli, Daniele Luchetti e Massimo Gaudioso si erano interessati a quello che scrivevamo, e cercavano di darci dei consigli. E ci avevano anche chiesto di collaborare con loro. E quindi, ecco, abbiamo cominciato a lavorare insieme a belle persone che facevano un bel cinema. Abbiamo iniziato a capire come un regista deve affrontare i problemi produttivi e tutte le cose che avvengono prima di un ciak. In quel periodo abbiamo lavorato come ghostwriter, ed è stato molto importante per noi. Non abbiamo nessun rancore per non aver firmato le sceneggiature di alcuni film. Q quello che ci serviva era entrare in punta di piedi in questo mondo, e fare la gavetta”.
L’occasione arriva con Matteo Garrone: Lo incontriamo in un terribile ristorante di cucina fusion. Ricordo che a un certo punto spuntò quest’uomo, questo torello, con il giubbotto di pelle, e noi lo riconoscemmo subito e andammo ad abbracciarlo. Parlammo dei suoi film, di Primo Amore, di quanto per noi sia stato sottovalutato. Passammo circa tre ore e mezza insieme, e lui si sentì quasi obbligato, credo, a invitarci a casa sua il giorno dopo. Andammo da lui con due copioni de La terra dell’abbastanza, che onestamente penso non abbia mai letto… Eravamo pieni di speranza, convinti di aver ottenuto chissà cosa. E invece quel giorno non facemmo altro che aiutarlo a portare un televisore dagli Studios De Paolis a casa sua. Poi ci salutammo e pensammo che sarebbe finita lì; invece ci ricontattò dieci giorni dopo, dicendoci che voleva una mano con Dogman. Senza di lui, forse, adesso staremmo ancora cercando di girare il nostro primo film. Quando si è sparsa la voce che stavamo lavorando con lui, sono stati i produttori a chiamarci. Si è completamente ribaltata la prospettiva“.
“Al tempo de “La Terra dell’Abbastanza” c’erano due vie malsane per instradare il film in termini di comunicazione: buttarci sull’addizione e sfruttare una corrente (che non c’è mai stata) oppure fare l’opposto, urlando screanzati robe patetiche come “noi siamo diversi”. Per pigrizia e per astuzia, non abbiamo fatto nessuna di queste due cose. Il cinema non è un magheggio da classifica e l’originalità è sempre nel punto di vista.
“Noi partiamo da un punto di vista. Poi pensiamo a trovare la storia che meglio possa dare al punto di vista un terreno largo, lungo e familiare e fertile e senza scuse. Solitamente, se la storia e il punto di vista sono precisi, la sceneggiatura arriva come resto doveroso: te la trovi già sul tavolo“.
“Sul set devi riscrivere il film con gli attori, con la luce, con una spazialità definita, con una quotidianità di squadra: matita non serve più. È il momento in cui il pezzo di carta diventa un pezzo di vita e devi essere in ascolto. Spesso lasciamo, senza rimpianti, la sceneggiatura in camerino”.
“Noi non dividiamo mai in letteratura alta o bassa; per noi c’è tutto. Quello che rende interessanti gli autori è la loro capacità di saper prendere tutto da tutti, e di non fermarsi. Perché a un certo punto rischi di impigrirti, di ripetere, di fare sempre la stessa cosa. Topolino è una lettura imprescindibile, e lo sono anche i Peanuts. Alla nostra squadra non abbiamo mai dato riferimenti filmici, perché non volevamo limitarci; abbiamo parlato di letteratura”.
“Fin da ragazzi, abbiamo amato il cinema di Coppola, di Scorsese e di Rossellini, ma abbiamo amato anche The Wire, Friday Night Lights e Dawson’s Creek; abbiamo amato I Simpson, che sono la cosa più bella che sia mai stata trasmessa in televisione. E abbiamo sempre amato letteratura, fumetti, film. Tutto quello che è narrazione. Non c’è mai una divisione netta; non ci sono confini. Avere a disposizione 90 minuti o 10 ore non cambia l’approccio: tutto ritorna sempre allo stesso desiderio incontrollabile, bulimico, di raccontare qualcosa che ti appartiene, che è estremamente forte, ma che è invisibile“.
“Ci affacciamo a questa nuova prospettiva, che è la televisione, convinti che non scalzerà il cinema, ma che anzi ci aiuterà a lavorare ancora meglio. È una palestra. E il nostro approccio rimane sempre lo stesso, e cioè: dobbiamo raccontare una storia, e dobbiamo fare in modo che questa storia emozioni“.
“Favolacce dice che non è il luogo a determinare chi sono le persone, ma è il contrario: e sono le persone che determinano il luogo. Favolacce è stato una risposta a chi ha ignorato La terra dell’abbastanza perché ambientato nella periferia. Dopo averlo visto, è difficile uscire dalla sala con la coscienza a posto; parla degli insospettabili, parla della provincia, parla di tutti quanti noi. Noi facciamo i film per raccontarci. Ma non per raccontare la nostra vita. Certo, anche quello fa parte del gioco; ma prima, molto prima, deve venire l’arte, poi l’artista”.
“I protagonisti di entrambi i film sono dei naufraghi, solo che quelli della terra dell’abbastanza sono in piena tempesta mentre quelli di Favolacce sperduti in un mare calmo e piattissimo”.
“Adesso scriviamo una sequenza interrogandoci immediatamente sul come la gireremo sul set. Se ci è confusa la sua futura messa in scena, la eliminiamo. Anni fa per noi un film era invece terminato quando sulla sceneggiatura c’era scritto Fine.
“Le sceneggiature per il cinema si possono scrivere in due. Inoltre non editiamo un bel niente. Io le mando a Fabio via email, lui la commenta dicendo “Ok” oppure “Mhhh”… E viceversa. Mai nulla di più eclatante. Non ci diamo consigli perché in realtà sappiamo quando una cosa è bella e sincera e quando invece si dimena per arrivare da qualche parte e finisce per diventare un piagnisteo di retorica e noia“.
“Considera che anche per le sceneggiature funziona così. Ne scrivi una, poi la lasci perdere per un po’. Come il vino. Deve passare un po’, poi torni e vedi se il raccolto era buono o se non valeva granché“.
Le dichiarazioni di Fabio e Damiano D’Innocenzo sono tratte dalle seguenti interviste:
Dal corso di sceneggiatura al Premio Solinas. Benedetta Mori, Giuliano Scarpinato e Chiara Tripaldi sono tre studenti del Corso di sceneggiatura di II livello, XXIII edizione, che sta volgendo alla conclusione.
Fin dall’inizio del corso, avevano un progetto di sceneggiatura che convinceva molto, sul quale – complice anche la pausa imposta dalla pandemia – i tre hanno lavorato molto, aiutati anche dai tutor Luca e Laura che ne avevano visto le potenzialità.
Bene, fatto sta che la sceneggiatura è stata completata ancora prima della fine del corso, e dato che era nei termini è stata spedita al Premio Solinas, che ieri le ha attribuito il primo premio.
Ad aprile 2024 è in programma l’inizio della nuova edizione del corso di sceneggiatura di Tracce, Scrivere un film, giunto alla sua cinquantunesima edizione.
Il corso si articola nella nuova forma in due moduli contemporanei. Il primo modulo è riservato agli esordienti che desiderano apprendere le tecniche base del racconto cinematografico (primo modulo del corso) e arrivare alla realizzazione di un soggetto per il cinema.
Il secondo modulo invece è riservato ai corsisti già in possesso di una formazione di base che desiderano realizzare un trattamento cinematografico o una sceneggiatura completa, professionalmente idonea per partecipare ai concorsi o a essere sottoposta agli addetti al lavori, produttori e case di produzione.
Entrambi i moduli sono condotti da docenti sceneggiatori e produttori professionisti con i quali lavorare assieme, a stretto contatto, conferisce un valore ulteriore alle competenze acquisite.
Un’occasione unica per farsi conoscere e far conoscere il proprio talento.
Scriviamo un film con i migliori professionisti del cinema
Con una Masterclass di Nicola Giuliano, produttore Premio Oscar per “La Grande Bellezza”, è iniziato lo scorso 15 giugno 2019 il corso Master “Dal soggetto alla sceneggiatura“, giunto alla sua XX edizione. Il prossimo appuntamento – e termine ultimo per iscriversi – è per il 6 luglio 2019 con la prima lezione di Heidrun Schleef, sceneggiatrice di numerosi classici del cinema italiano come “La Stanza del Figlio” e “Il Caimano” di Nanni Moretti e “La Seconda volta” di Mimmo Calopresti.
Per chi è indicato. Il corso Master è diretto a coloro che hanno già esperienza di scrittura cinematografica, hanno già scritto soggetti per lungometraggi o cortometraggi, hanno prodotto corti, o comunque hanno maturato una prima esperienza nella scrittura e desiderano perfezionare le proprie conoscenze in un percorso formativo completo che va dalla individuazione di una idea per un film, fino alla scrittura di una sceneggiatura.
Il corso prevede la formazione di un team di scrittori di due o tre elementi che procederanno, in un percorso a tappe ravvicinate, alla individuazione di una idea, alla sua strutturazione, alla scrittura di un soggetto che una volta validato dai docenti, sarà sviluppato in un trattamento cinematografico e successivamente in una sceneggiatura di 90 pagine che verrà poi sottoposta alla lettura e all’analisi di Nicola Giuliano, produttore della Indigo Film e Premi Oscar 2014 per “La Grande Bellezza”.
Il percorso formativo, composto da 120 ore complessive, è a numero chiuso (massimo 15 allievi, per permettere un constante contatto con i docenti) e prevede un continuo affiancamento con i docenti.
I Docenti. Gli sceneggiatori come Graziano Diana, (“Un eroe Borghese” e “Ultrà“), Heidrun Schleef (“La stanza del Figlio“, “Il Caimano”), Andrea Molaioli regista e sceneggiatore (“La Ragazza del lago” e “Suburra la serie“), Denis Rabaglia, “Un nemico che ti vuole bene“, lo story editor Gino Ventriglia, responsabile dei progetti di fiction di Mediaset e altri canali televisivi, il montatore Claudio Di Mauro, uno dei massimi montatori del cinema italiano, Mario Sesti, uno dei più noti critici cinematografici e curatore di rassegne e anch’egli regista di documentari. Il corso sarà inaugurato il 15 giugno da Nicola Giuliano con una Masterclass incentrata su come si realizza un progetto idoneo ad interessare un produttore e sarà lo stesso Giuliano a leggere ed analizzare le sceneggiature prodotte dagli allievi al termine del corso.
Il corso offre una panoramica completa del processo di lavorazione di un film, dalla scrittura del trattamento e della sceneggiatura vera e propria, a tutte le tecniche e le competenze che uno sceneggiatore deve avere presente quando scrive, dal montaggio, iniziale e finale, al concept e agli elementi del progetto, alla scrittura delle scene che devono contenere necessariamente gli elementi di messa in scena per il regista.
Le sceneggiature realizzate saranno valutate anche da Gianni Chiffi e Consuelo De Andreis, dell’agenzia Volver, i quali sceglieranno i progetti migliori da sottoporre all’attenzione delle principali case di produzione cinematografica nazionali.
Il corso Master di Tracce si terrà a Roma nella sede della Galleria d’arte Label in via Portuense ogni due venerdì.
Se il cinema è il tuo sogno e vuoi realizzarlo al massimo delle possibilità, i corsi di cinema di Tracce sono la tua occasione.
Dall’anno della sua fondazione, il 2003, Tracce ha formato registi, sceneggiatori, documentaristi, story editor che oggi lavorano a tempo pieno nell’industria cinematografica.
Le selezioni sono in corso e i posti ancora disponibili sono cinque. L’ammissione è subordinata ad un colloquio di ammissione con i coordinatori del corso con analisi del materiale presentato dall’aspirante allievo, contenente almeno un soggetto per lungometraggio o materiale equivalente (progetti già realizzati, collaborazioni precedenti ecc.).
Ti aspettiamo! Per info e iscrizioni compila il modulo sottostante e lascia un recapito per essere contattato.
A tutti abbiamo già risposto direttamente. A chi sta pensando in questi giorni di iscriversi ma ha ancora dei dubbi, rispondiamo qui in queste FAQ.
I corsi sono in presenza o a distanza?
I corsi al via a fine aprile partono a distanza, in video conferenza, in quanto permane ancora il divieto di spostamento tra regioni (e diversi corsisti arrivano da fuori regione Lazio) e per il divieto di assembramento in luoghi chiusi. Di conseguenza è impossibile, allo stato della normativa vigente nel momento in cui scriviamo, pensare di poter organizzare corsi in presenza.
Non si perde qualcosa con la modalità a distanza?
Non si perde nulla, in quanto i corsi sono stati in alcuni casi, appositamente riadattati e riorganizzati. Il corso di sceneggiatura non ha avuto bisogno di riorganizzazioni particolari: anche a distanza, il docente ha la possibilità di seguire ogni singolo corsista, grazie al tetto massimo di allievi che ogni nostro corso prevede, proprio per salvaguardare la possibilità per ogni docente di seguire personalmente ogni singolo allievo.
E per il corso di regia?
Per il corso di regia abbiamo riorganizzato alcune attività, anticipando alla fase iniziale alcune lezioni finalizzate alla scrittura delle sceneggiatura del corto da realizzare e posticipando le lezioni pratiche sul campo, un altro punto di forza del corso, che contiamo di fare alla riapertura delle lezioni in presenza. In ogni caso abbiamo visto già l’anno scorso che attività come la direzione degli attori e le esercitazioni di regia si svolgono ottimamente anche online, con grande partecipazione da parte dei corsisti che, come in ogni nostro corso, sono tenuti “a mettersi in gioco” costantemente, nell’ambito della nostra filosofia didattica basata “sull’imparare facendo”.
Quando si potrà passare ai corsi in presenza?
Appena le norme lo consentiranno, passeremo immediatamente in presenza. Anche se con la didattica a distanza non c’è alcuna diminuzione dell’efficacia dei corsi, essere uno di fronte all’altro è un elemento a cui teniamo moltissimo.
Come si svolgono i corsi a distanza?
Non ci sono differenze nel metodo e nell’apprendimento, ma solo nella tecnologia. I docenti continuano a essere disponibili ai consueti scambi con i corsisti, i quali non assistono semplicemente a una lezione unilaterale, ma intervengono scambiando domande e pareri con il docente e gli altri corsisti, i quali tra di loro, si collegano online per le esercitazioni
C’è la possibilità di rateizzazione del costo dei corsi?
Tutti i corsi prevedono dei specifici piani di rateizzazione che vi invitiamo a visionare nelle rispettive pagine dedicate ai corsi. In più possiamo dire che da sempre veniamo incontro a esigenze particolari, quando ci vengono manifestate.
Da chi saranno inaugurati i corsi di quest’anno?
Stiamo arrivando alla definizione dei nomi dei docenti che inaugureranno i corsi di quest’anno e li annunceremo presto.
Nel maggio del 2018 il New York magazine pubblicò un lungo articolo-reportage intitolato: “Forse aveva così tanti soldi che ne aveva perso le tracce“.
Era la storia di Anna Delvey, venticinquenne ereditiera tedesca che nei tre anni precedenti era stata sulla bocca di tutti nella Manhattan che conta, quella fatta di manager, artisti, immobiliaristi, banchieri, giornalisti e giovanissimi eredi/gestori di famosi fondi senza fondo che, come in una continua giostra che ruota replicando il giro all’infinito, si incontravano tra di loro continuamente nei soliti locali “In”, “Up” e altri suffissi che connotano l’essere nel posto giusto col portafoglio giusto, insieme alla gente giusta.
Vuoi partecipare ai concorsi nazionali di sceneggiatura con un progetto in grado di vincere? Scegli di farti allenare da Tracce!
Se vuoi mettere il turbo alla tua storia e farla diventare un progetto professionale a tutti gli effetti, puoi scegliere di avvalerti della consulenza e della revisione della Scuola di cinema Tracce, che da oltre vent’anni ha trasformato esordienti della sceneggiatura in solidi professionisti.
I nostri corsisti hanno vinto per 35 volte il Premio Solinas (nelle sue varie sezioni), più volte il premio Mattador e si sono aggiudicati in varie occasioni i contributi selettivi del Ministero della cultura.
E in generale qualunque premio che preveda la presentazione di un’idea, un soggetto, un trattamento, una sceneggiatura con forti potenzialità per farsi notare.
Come funziona il corso Revisioni e consulenza di Tracce
Puoi inviarci il tuo progetto, sotto forma di pitch, presentazione o sinossi, anche solo in una pagina. Il progetto deve essere accompagnato da un c.v. aggiornato, di massimo due pagine.
Dopo l’invio fisseremo un colloquio di selezione on line.
In caso di esito positivo del colloquio, si attiva subito la collaborazione, attraverso la firma di un contratto.
A quel punto noi ti aiuteremo a sviluppare il progetto e a trasformarlo in un soggetto da dieci pagine, in un trattamento da quaranta pagine o in una sceneggiatura completa da novanta pagine, che abbiano tutte le caratteristiche per ambire alla vittoria.
Non sprecare l’occasione e scegli di concorrere avendo alle spalle un team di professionisti che ti allena a vincere.